Alimenti, farine e olio di canapa: cosa cambia con le nuove regole europee


Intervista a Beppe Croce, Presidente di Federcanapa

a cura di Riccardo Quintili per ilsalvagente.it

L’Europa finalmente uniforma i limiti di Thc per poter coltivare la cannabis industriale e commercializzare cibi, farine e olio di canapa. Con il presidente di Federcanapa Giuseppe Croce, proviamo a fare il punto su un settore che è costretto a vivere ancora sotto la minaccia di troppe ambiguità legislative

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Una soglia, uguale per tutti i paesi europei per il contenuto massimo di Thc negli alimenti. È la decisione della Commissione europea dopo il parere positivo del comitato permanente per piante, animali, alimenti e mangimi della Commissione Ue. Il Thc è la principale sostanza psicoattiva della cannabis ed è responsabile dello “sballo”. Ed è stato il principale ostacolo,  all’uso ludico della marijuana (ossia al fatto che fosse fumata) che a quello della cannabis light (a ridotto contenuto di Thc). Ma è stato anche un macigno enorme anche per la canapa industriale, ossia per l’uso di varietà a bassissimo o pressoché assente livello di sostanza psicotropa per i prodotti alimentaricosmetici o integratori.

Ora le nuove decisioni comunitarie fissano il livello massimo tollerato per l’olio di semi di canapa a 7,5 mg/kg, mentre per gli alimenti come semi e farine il limite è di 3 mg/kg.

Una notizia positiva per chi, come succede in Italia, investe in un settore molto promettente ma altrettanto pericoloso, dati i continui sequestri e i rischi penali dettati da una legislazione decisamente poco chiara (qualcuno, non a torto potrebbe definirla oscurantista) e molto più rigida di quella in vigore in altri paesi europei.

Ne abbiamo voluto parlare con Giuseppe Croce presidente di Federcanapa, associazione nata per tutelare gli interessi dei coltivatori e dei primi trasformatori di canapa coltivata in Italia.

“La decisione europea viene dopo quelle di altri Stati europei e non – pensiamo agli Stati Uniti, al Canada, all’Uruguay alla Svizzera ma anche alla Cina – che avevano adottato delle legislazioni più avanzate. Dunque era dettata anche dagli ostacoli alla competizione dei prodotti europei derivati dalla canapa, rispetto a questi altri paesi”.

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